PESARO: MAGISTRATI SOTTO ACCUSA PER CORRUZIONE E ASSOCIAZIONE SEGRETA. PROCESSO PILOTATO.
Al centro il Presidente del Tribunale di Pesaro Giuseppe Luigi Fanuli accusato di concorso in corruzione.
Il Procuratore Capo di Pesaro Cristina Tedeschini accusata di favoreggiamento e frode processuale
il primo sulla sinistra é il Giudice Maurizio Di Palma che insieme al Giudice Franco Tetto, il primo a fianco della donna in toga, sono accusati di frode processuale, corruzione e associazione segreta.
IL GIUDICE MAURIZIO DI PALMA: CONDANNA LO PSICHIATRA PER VENDETTA.PROCESSO, CONCORDATO E PILOTATO E SENTENZA NULLA. LE RIVELAZIONI DELLA MOGLIE ROSSELLA PAGNANELLI ALLO PSICHIATRA SUL MARITO.
Il Giudice Maurizio Di Palma nella prima e nella seconda foto il primo a sinistra del Giudice donna. La moglie Rossella Pagnanelli, ex paziente del medico, che lavora anch’essa al Tribunale di Pesaro, avrebbe rivelato al medico “cose sconcertanti” sul marito, da qui la vendetta del giudice Maurizio Di Palma, originario di Grottaglie.
Il Pm Giovanni Fabrizio Narbone, qui sotto nel riquadro. La moglie, Barbara Antonietta D’Agostino, ex paziente dello psichiatra, originaria di Benevento, che guarda caso lavora anch’essa al Tribunale di Pesaro, avrebbe rivelato al medico fatti inerenti il lavoro del marito, da qui la vendetta del Pm, CHE HA PILOTATO IL PROCESSO CON IL GIUDICE MAURIZIO DI PALMA.
Il Pm Cristina Tedeschini, qui sotto nel riquadro. Ha tenuto tra le notizie non costituenti reato il fascicolo sul poliziotto Gabriele Bonazza, che ha intrattenuto 156 telefonate con Vladimir Fattori.
PM GIOVANNI FABRIZIO NARBONE CHE HA PILOTATO IL PROCESSO NASCONDENDO LE PROVE, ACCUSATO DI REATI GRAVISSIMI
Il PM CRISTINA TEDESCHINI HA TENUTO NASCOTO PER PIU’ DI 1 ANNO IL FASCICOLO SUL POLIZIOTTO GABRIELE BONAZZA
Sentenza nulla quella emessa dal Tribunale di Pesaro: il Giudice Maurizio di Palma, ricusato, accusato di corruzione, frode processuale e depistaggio e associazione segreta con il PM Giovanni Fabrizio Narbone, va a sentenza contro lo psichiatra non potendolo fare. Il Caso alla Corte di Cassazione.
Avrebbe pianificato con il Pm Narbone l’iter processuale e come incastrare il medico
Le mogli del Giudice Maurizio di Palma, Rossella Pagnanelli, e del PM Giovanni Fabrizio Narbone, Barbara Antonietta D’Agostino, erano state in cura dallo psichiatra. Coinvolta anche il procuratore capo di Pesaro Cristina Tedeschini che ha tenuto nascosta per quasi 15 mesi la denuncia contro il poliziotto Gabriele Bonazza.
12 Febbraio 2024
Sentenza nulla per la Corte d’Appello di Ancona e Reati gravissimi quelli contestati al Giudice Maurizio Di Palma che ha pilotato e concordato sotto banco il processo con il PM Fabrizio Giovanni Narbone nel processo contro uno psichiatra
Il Giudice Maurizio Di Palma aveva pendente una istanza di ricusazione in mano alla Corte di Cassazione e come prevede la legge non poteva emettere sentenza, ma il 22 luglio ha emesso sentenza di condanna, pur sapendo che sarà sottoposto a processo penale e procedimento disciplinare, in quanto la sua compagna é stata ex paziente del medico.
Il 12 Febbraio 2024 la Corte d’Appello di Ancona ha annullato la sentenza di condanna del medico.
I fatti sono riportati in questo dossier. Il giovane Vladimir Fattori, paziente affetto da patologia mentale esattamente disturbo borderline della personalità aveva tentato di estorcere soldi al proprio psichiatra e tali minacce risultano dai messaggi Whatsapp inviati dal paziente allo psichiatra e depositati in atti dalla difesa . Questi fatti hanno portarono Vladimir Fattori a parlare di notte e di giorno con l’amico di famiglia e agenti di polizia giudiziaria Gabriele Bonazza, circa 152 telefonate per mesi prima della denuncia.
Il processo é stato corrotto e pilotato fin dall’inizio, corrotto da omissioni e atti illegali da parte del PM Fabrizio Giovanni Narbone, con il benestare del PM Cristina Tedeschini. La Procura ha tra i fatti principali, dolosamente commesso, omesso e nascosto:
-archiviato le 15 denunce presentate dallo psichiatra senza fare alcuna indagine;
- la perizia psichiatrica, atta, come noto, a valutare l’attendibilità del testimone, il quale come detto, è un paziente psichiatrico, tra l’altro affetto da grave disturbo borderline della personalità, come emerge dagli atti.
- i messaggi whatsapp estorsivi del paziente Valdimir Fattori;
-le 152 telefonate intercorse tra Vladimir Fattori e il poliziotto Gabriele Bonazza;
-non iscrivere tra le notizie di reato per più di 1 anno la denuncia presentata da parte dello psichiatra, per poi iscriverla quando la difesa del professore ha chiesto di verificare se il procedimento fosse stato iscritto (di questo dovrà rispondere il Procuratore capo Cristina Tedeschini);
-non citare tra i testimoni il poliziotto Gabriele Bonazza.
-incastrare il medico con una richiesta di perquisizione mascherata da una notifica, che hanno costretto il medico a 4 mesi di carcere e poi assolto con formula piena ( il PM Giovanni Fabrizio Narbone ha 3 procedimenti penali per questo)
-fare condurre le indagini solo ed esclusivamente agli amici e colleghi del poliziotto Gabriele Bonazza, cioé Maria Cristina Armini e Cristina Battistelli;
La sola ed unica ‘prova’ a sostegno dell’accusa sarebbe stata quindi questa imbarazzante dichiarazione del paziente psichiatrico, fatta per tutelarsi dalle possibili denunce dello psichiatra per estorsione. Null’altro.
Il Tribunale Collegiale, presidente giudice Maurizio Di Palma, accusato di corruzione, associazione segreta e frode processuale, ha fatto atti illeciti, omesso atti come di seguito:
non ha chiesto la perizia psichiatrica su Vladimir Fattori, a fronte della consulenza del neuropsichiatra Ugo Sabatello;
ha eliminato 3 testimoni chiave della difesa tra cui il prof Aristotele Hadjichristos, psichiatra, che ha avuto in cura anch’egli Vladimir Fattori e la guardia del corpo del medico;
ha rigettato qualunque certificazione medica dell’imputato, inclusa quella di ricovero in terapia intensiva, non rinviando 7, diciamo 7 udienze, malgrado le condizioni del medico per l’ingiusta detenzione;
ha rigettato la certificazione medica dell’Avvocato Debora Zagami, difensore del medico, malgrado una frattura pluriscomposta e impossibilitata a viaggiare da Roma;
su disposizione del presidente Giuseppe Luigi Fanuli sono stati conservati tutti gli atti computi malgrado i cambiamenti continui dei giudici e l’astensione del giudice avvocato Massimiliano Ricci, ex paziente psichiatrico del medico.
Il processo è ulteriormente viziato da innumerevoli reati, abusi e lesioni dei diritti fondamentali sanciti dalla costituzione, dell’uomo e dei diritti di difesa del Professor Fonti, il quale non riusciva a trovare giustificazione di tale accanimento.
Sul presidente del Tribunale di Pesaro Giuseppe Luigi Fanuli sono pendenti numerose indagini, proprio per chiarire il suo ruolo all’interno di questa vicenda.
Per tali ragioni, il medico delegava ad indagini difensive il proprio commercialista e notaio in britannico a ricostruire eventuali rapporti con familiari di pubblici ministeri e giudici di Pesaro., non spiegandosi questa persecuzione,
Dall’estrazione delle fatture sono emersi tutti i rapporti medico-paziente tra lo psichiatra e i vari magistrati pesaresi, sia requirenti che giudicanti, e parenti stretti degli stessi del Tribunale di Pesaro, per le più disparate patologie psichiatriche, tra cui, sono emersi i rapporti tra lo psichiatra e la compagna del Giudice Maurizio Di Palma, Rossella Pagnanelli, ex paziente del medico, che lavora anch’essa al Tribunale di Pesaro, e la moglie del PM Giovanni Fabrizio Narbone, Barbara Antonietta D’Agostino, ex paziente dello psichiatra, originaria di Benevento, che guarda caso lavora anch’essa al Tribunale di Pesaro, come da fatture notarizzate e autenticate.
Ancora è emersa una fattura a nome del Presidente del Tribunale Giuseppe Luigi Fanuli, per prestazioni psichiatriche fatte dallo psichiatra a familiari.
Già un membro del collegio cioé il GOT Massimiliano Ricci si era astenuto in quanto ex paziente del medico.
Alla luce di tali imbarazzanti rivelazioni, si è cominciata a gettare luce su questa orrenda vicenda giudiziaria, essendo ora sotto indagine l’intero ufficio giudiziario.
Sta ora al Procuratore Capo di L’Aquila, quello Generale della Corte di Cassazione e al Ministro della Giustizia esperire le dovute indagini in questa triste pagina della malagiustizia Pesarese. Non resta che attendere che la giustizia faccia il suo giusto corso e che venga risanato il buon nome della Magistratura Italiana. Nel frattempo il Professor Fonti sta procedendo per le vie legali e chiesto misure interdittive e di custodia cautelare verso i colpevoli di questo calvario giudiziario, una vera e propria associazione a delinquere che pilota i processi.